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Prontezza 2030, ecco il piano di riarmo dell’UE

Entro il 2030, l’Europa mira a rafforzare significativamente la propria posizione nel settore della difesa, sviluppando capacità strategiche in grado di garantire una deterrenza credibile. Questo obiettivo, denominato “Prontezza 2030”, è stato delineato dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, durante il suo intervento alla Royal Danish Military Academy di Copenaghen.

Il concetto sottolinea la necessità di investire massicciamente in settori chiave della difesa, come i trasporti militari, le munizioni, i droni, la difesa aerea e i sistemi missilistici. La portata e la complessità di questi progetti impongono un approccio collettivo: nessun singolo Stato membro è in grado di sostenere da solo i costi e le sfide operative di un rafforzamento militare su larga scala. È quindi cruciale intensificare la cooperazione attraverso appalti congiunti e sinergie industriali.

Statistiche

Secondo i dati del Consiglio dell’Unione Europea, la spesa totale per la difesa degli Stati membri è aumentata del 30% tra il 2021 e il 2024, raggiungendo 326 miliardi di euro nel 2024, pari all’1,9% del PIL dell’UE. Tuttavia, solo 16 Stati membri hanno superato la soglia del 2% del PIL in spesa per la difesa, come raccomandato dalla NATO. La Polonia, ad esempio, ha destinato il 4,12% del suo PIL alla difesa, mentre l’Italia si è attestata all’1,49% .

In termini di personale militare, la Polonia dispone di circa 198.251 militari, suddivisi tra forze terrestri, aeronautica, marina e forze speciali.

L’Italia, invece, conta circa 165.500 militari attivi. La Francia e la Germania mantengono forze armate consistenti, con rispettivamente 203.250 e 183.500 effettivi.

La sorpresa Polacca

Nonostante l’aumento degli investimenti, l’Europa affronta sfide significative nella standardizzazione e nell’interoperabilità delle forze armate. La diversità dei sistemi d’arma e la frammentazione delle capacità militari tra gli Stati membri limitano l’efficacia collettiva.

La Polonia emerge come leader nell’ammodernamento militare, investendo in sistemi avanzati come i caccia F-35 e i carri armati Abrams. Tuttavia, per raggiungere una deterrenza credibile entro il 2030, è essenziale che l’UE promuova una maggiore integrazione delle politiche di difesa, ottimizzando le risorse e garantendo una risposta unitaria alle minacce globali.

Un pensiero su “Prontezza 2030, ecco il piano di riarmo dell’UE

  • VALERIO CORVI

    È un fatto che dopo la caduta del muro gli interessi USA si siano spostati ad est Dal golpe mani pulite che ha ucciso una classe politica ed una parte della partitocrazia il mondo progressista e quello finanziario si sono saldati ORA i progressisti divengono belligeranti dimenticandosi la quarta sponda e l emergenza immigrazione , poiché l hanno cavalcata per interessi personali L EUROPA deve diventare solidale e avere una visione propria TRUMP può essere stimolo in questo senso L EUROPA deve essere coraggio e l ITALIA deve con ancora più efficacia allacciare nuovamente rapporti con il mondo arabo L attuale governo deve perseguire con ancora più coraggio politiche di interesse nazionale I paesi baltici e la POLONIA sono quasi vassalli USA più che europei che non significa stupido europeismo fine a stesso SPERO che il triste spettacolo di piazza del popolo rappresenti solo la fine di una classe dirigente che nulla ha fatto per l ITALIA se non spenderne gli assett LE sfide che attendono EUROPA sono le stesse che sono state sabotare negli anni L esercito comune è roba troppo seria per essere lasciata ad URSULA VON DER LAYDEN ed una commissione senza volto eterodiretta

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